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Se ci si trova in una zona dove si registrano frequenti sbalzi di tensione o l’erogazione della corrente viene spesso interrotta, l’esigenza di dotarsi di un gruppo di continuità o UPS (Uninterruptible Power Supply) diventa sempre più pressante.

Ma come scegliere il gruppo di continuità più adatto alle proprie esigenze? Quali sono le caratteristiche sulle quali porre maggiore attenzione?
E, inoltre, come calcolare per quanto tempo dura l’alimentazione di un gruppo di continuità?

Cos’è un gruppo di continuità e come funziona

Prima di correre subito ad acquistare un gruppo di continuità, è importante riassumerne il funzionamento.

Un gruppo di continuità altro non è che un ‘contenitore’ che ospita, al suo interno, una o più batterie (di solito da 12 V), un alimentatore per la carica delle batterie, un raddrizzatore (che trasforma la corrente alternata, AC, in ingresso in corrente continua, DC) e, infine, un inverter che trasforma la corrente continua in corrente alternata utilizzabile dai dispositivi elettronici collegati a valle dell’UPS.
Nel caso in cui venisse meno l’erogazione della corrente elettrica, l’inverter del gruppo di continuità provvede a convertire la corrente continua erogata dalle sue batterie in corrente alternata.

Quali tipi di gruppi di continuità esistono?

Esistono essenzialmente tre tipi di gruppi di continuità (su Amazon ve n’è una vastissima scelta, a prezzi scontati): online o a doppia conversione, line interactive e offline.

I gruppi di continuità on line sono i più costosi, praticamente inutilizzati in ambito domestico e negli uffici, soprattutto in forza del loro costo che può essere doppio o triplo rispetto agli offline.
Questi gruppi di continuità convertono sempre la corrente alternata in ingresso trasformandola in continua andando costantemente ad alimentare batterie e carichi collegati.