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Perché Sanremo riguarda anche chi non lo guarda: una guida per scettici e professionisti
Il Festival di Sanremo è un evento che divide: c’è chi lo vive come un rito irrinunciabile e chi lo evita con determinazione. Eppure, anche per chi non lo guarda, la kermesse rappresenta un fenomeno culturale, sociale e mediatico impossibile da ignorare. Ecco perché, dai professionisti del marketing ai giornalisti, tutti devono fare i conti con Sanremo, volenti o nolenti.
1. L’onnipresenza sociale: il "watercooler effect" e la FOMO
Sanremo non è solo musica: è un evento collettivo che permea conversazioni, social network e media. Il cosiddetto watercooler effect—la necessità di partecipare alle discussioni comuni—spinge anche i più scettici a informarsi per non sentirsi esclusi.
FOMO (Fear of Missing Out): La paura di perdersi meme, polemiche o momenti virali (come le performance di Fedez o le dichiarazioni di Tony Effe) rende Sanremo inevitabile, persino per chi critica l’evento.
Identità e contro-cultura: Scegliere di non guardarlo diventa un atto identitario, un modo per distinguersi dalla massa, creando però una forma di “aggregazione al contrario” tra chi rifiuta il Festival.
2. Sanremo come specchio (deformante) dell’Italia
Il Festival riflette le ossessioni, le mode e le contraddizioni del Paese, diventando un caso di studio sociologico e giornalistico:
Temi sociali e culturali: Dai testi delle canzoni ai dibattiti sugli ospiti (come i Ferragnez), Sanremo catalizza temi come le relazioni, la politica e le tendenze generazionali.
Normalizzazione di fenomeni: Il rap e l’urban music, oggi dominanti, hanno trovato legittimazione proprio passando per il palco dell’Ariston, come dimostra la vittoria di Mahmood nel 2019.
Per i giornalisti, ignorare Sanremo significa perdere un osservatorio privilegiato sull’Italia che cambia.
3. Marketing e Sanremo: un laboratorio di strategie crossmediali
Per i professionisti del marketing, il Festival è un masterclass di engagement e pubblicità integrata:
Fantasanremo: Nato come gioco tra amici, oggi è un tool di marketing con brand come Lavazza e TIM che offrono bonus e premi, trasformando gli utenti in partecipanti attivi 310
Campagne 360°: Costa Crociere organizza crociere tematiche, Veralab installa una ruota panoramica a Sanremo, e TIM lancia concorsi legati agli artisti. Ogni attività sfrutta TV, social e eventi fisici per massimizzare la visibilità.
Investimenti pubblicitari: Uno spot di 15 secondi in prima serata costa fino a 150.000 euro, segnando il Festival come il Super Bowl italiano per i brand

4. Sanremo e i media: un evento che crea notizia (anche controvoglia)
Per i giornalisti e i comunicatori, evitare Sanremo è quasi impossibile:
Copertura mediatica totalizzante: Ogni dettaglio—dai vestiti agli incidenti di percorso—diventa materiale per articoli, talk show e analisi.
Polarizzazione e polemiche: Il ritiro di Emis Killa o le performance controverse generano dibattiti che travalicano la musica, toccando temi come l’inclusione o la libertà artistica.
Anche chi critica il Festival finisce per alimentarne la rilevanza, rendendolo un ciclo autoreferenziale di notizie.
5. Alternative? Esistono, ma Sanremo resta un fenomeno culturale
Per chi cerca vie di fuga, le opzioni ci sono: ritiri spirituali, cinema d’autore, o serie TV 15. Tuttavia, l’impatto indiretto rimane:
Effetto riflesso: I meme, gli spot e le tendenze lanciate a Sanremo invadono il quotidiano, influenzando persino chi non segue l’evento.
Nostalgia e tradizione: I promo Rai 2025, con brani iconici come La solitudine di Laura Pausini, sfruttano il potere della memoria collettiva, rendendo il Festival parte del DNA culturale italiano
Conclusione: Sanremo è più di un festival, è un ecosistema
Che lo si ami o lo si odi, Sanremo è un fenomeno multidimensionale che unisce intrattenimento, società e business. Per i professionisti, ignorarlo significa perdere insight su tendenze, pubblico e comunicazione. Per gli scettici, rappresenta una sfida: resistere alla sua pervasività richiede sforzi quasi eroici. Ma in un’epoca di iperconnessione, forse l’unica via è accettare che, come scriveva qualcuno, “Sanremo è Sanremo”—un’istituzione che, nel bene o nel male, racconta chi siamo.
Fonti citate: Per approfondimenti, consulta i link alle analisi di Wired, Geopop, e Inside Marketing.
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